Sunday, October 23, 2016

ZEAL FOR SOULS FROM FALLING INTO PURGATORY'S TARTARO AND FOR CONVERSIONS IN TARTARIA



Don Bosco mentioned the Tartars in his Storia Italia1 already in 1855. He however was referring not to Mongols but to a tribe that was notoriously referred already in literature as the scourge of God, Attila the Hun. He paints a grotesque picture of these tribe from the literary sources available at his time... a mental picture that would not be easily appreciated by the Huns themselves. He mentions the geographical orientation of this Gran Tataria once again in the glossary index of his took a place east of Russia.2 Then again in the same glossary index mentions Tartaria as the natural recipient of the Black Sea's tributaries.3

Mentre queste cose avvenivano si avanzava verso l'Italia un nemico che minacciava di riuscire ai Romani più funesto degli stessi Vandali; questi fu il feroce Attila re degli Unni. Questo barbaro aveva esteso le sue conquiste dal mar Baltico al Ponto Eusino, ossia Mar Nero, e prolungavansi fino al di là del'mar Caspio, paese detto oggidì Gran Tartaria. Godeva egli in farsi soprannominare il flagello di Dio, nome a lui ben dovuto a motivo delle devastazioni, onde il suo cammino era dapertutto segnato. Testa grossa, larghe spalle, occhi piccoli e scintillanti, naso grosso e schiacciato, colore fosco, andamento minaccioso, ecco il ritratto di quell’orribile mostro.
Then in his work Storia Ecclesiastica, don Bosco made mention of Tartaria in its index of Dictionary-Vocabulary.4 But once again, he was referring to the Unni, i.e. the Huns.

At other circumstances, in his 1857 catechetical publication Due conferenze intorno al Purgatorio, don Bosco uses the term tartaro/Tartaro. He uses this terminology when referring to the sufferings of purgatory as depicted by the ecclesiastical literature of his time. In more vivid terms he describes Tartaro as a furnace of fire, a dark abyss. He does so typically because catholic liturgy then referred to it as tartaro, luogo oscuro, bocca del leone, morte eterna.5 In his Il Giovane Provveduto, don Bosco lifts the latin liturgical prayer texts of his time which refer to the sufferings of purgatory with the word tartarus6 that in all probability describes the inescapable hold and enduring burning of black tar slime.

In the Biographical Memoirs, Lemoyne recounts the earliest years of don Bosco amidst his peers. Lemoyne records the very narration when Bosco exposes the fact that the stories from the great land of Mongol was already prevalent during those times. The very charlatan whom don Bosco would vie for the attention of his peers was the first account where this exotic stories which included the great Mongol Khan of Tartaria would appear in Salesian literature.

Sulla piazza, adunque, di un paese vicino era venuto a far sue prove un cantambanco, con musica e gran cassa. Giovanni in mezzo alla folla si era spinto tanto innanzi, che era giunto presso la carrozza. Il ciarlatano di sua conoscenza voleva levarlo di là, ma non ci fu verso. - La piazza è pubblica - diceva Giovanni. Dall'alto della vettura il ciarlatano incominciò a raccontare le sue fanfaluche come fosse venuto dal Gran Mogol, avesse percorsa tutta la Cina, fosse amico intimo di tutti i principi della Persia, avesse miracolosamente guarito il gran Kan di Tartaria, il Michado del Giappone ecc. ecc. ecc. Continuava come pel bene dell'umanità avesse per lunghi anni fatti studii profondi sulle erbe al chiaro della luna, e avesse scoperto dei segreti di natura così benéfici da far trasecolare lo stesso Salomone, se fosse ancor stato a questo mondo. Rinforzando la voce, annunziava urbi et orbi come avesse trovato un mezzo miracoloso per cavare i denti al suo uditorio, o con una spada, o con un martello, o col dito, ma però senza che il paziente avesse a soffrire il minimo dolore.7
Then again in the 5th volume of the Biographical Memoirs of Don Bosco, Lemoyne is seen quoting don Bosco that describes the “tartari”, as a group of mohamedans in the region of Crimea.8
In the 18th volume of the Biographical Memoirs of Don Bosco, “Tartaria” is once again mentioned as one of the two banks of the river that runs near Peking (Beijing). One group of his sons, Salesians will be entering from the side of China and the other from the side of Tartaria (presumably referring to Mongolia). He recounts the scenes of the dream ...when they will meet each other and shake hands. This was one of those visions in don Bosco missionary dreams, and he describes that eventful moment as a glorious day for the Congregation. But as he says, these things (moment) are in the hands of God.

Mentre Don Bosco raccontava, i tre ascoltatori esclamarono a più riprese: - Oh Maria, Maria! - Il Santo, quand'ebbe finito, disse: - Quanto ci ama Maria! - Parlando poi di questo sogno con Don Lemoyne a Torino, prese a dire con tranquillo, ma penetrante accento: - Quando i Salesiani saranno nella Cina e si troveranno sulle due sponde del fiume che passa nelle vicinanze di Pechino!... Gli uni verranno alla sponda sinistra dalla parte del grande Impero, gli altri alla sponda destra dalla parte della Tartaria. Oh! quando gli uni andranno incontro agli altri per stringersi la mano!... Quale gloria per la nostra Congregazione!... Ma il tempo è nelle mani di Dio! Il medesimo Don Lemoyne nel mandare copia del sogno a monsignor Cagliero scriveva il 23 aprile a proposito della parte ivi rappresentata da Don Rua, vicario di Don Bosco, e da Giuseppe Rossi, provveditore generale: “Io come interprete noterò: Don Rua è la parte spiriuale sopra pensiero, Rossi Giuseppe la parte materiale pur essa imbrogliata. L'avvenire deve consolare l'uno e l'altro”. E così realmente fu. Un buon commento a quel punto del sogno, dove si parla del Cile, balza fuori da quanto si riferisce nel Bollettino di settembre del 1887. Descrivendosi un viaggio compiuto da monsignor Cagliero con monsignor Fagnano nella repubblica transandina, si narra che a Santiago il senatore Valledor pregava i Salesiani di accettare la direzione dell'orfanotrofio governativo, costituendosi padri di tanti fanciulli dai sette ai dieci anni, e che andati essi a visitare l'istituto, si sentirono.9
Don Bosco when advising Msgr. Cagliero, reminds him, and indirectly speaking on behalf of all his sons (and daughters) that the Salesians will always protect the Holy Father and Catholic Church wherever the congregation may be. When speaking of the places, don Bosco specifically envisions the Salesians to simply have faith for they will be faithfully defending the Pope and it is for whom he (a salesian) stands for wherever they are and whatever they do specially in two continents i.e. Africa and Asia, and here he also includes a region he calls Tartaria.

Venne monsignor Cagliero, al quale disse: - Hai bene a mente la ragione per cui il Santo Padre deve proteggere le nostre Missioni? Dirai al Santo Padre ciò che finora fu tenuto come un segreto. La Congregazione ed i Salesiani hanno per iscopo speciale di sostenere l'autorità della Santa Sede, dovunque si trovino, dovunque lavorino... Voi andrete, protetti dal Papa, nell'Africa... L'attraverserete... Andrete nell'Asia, nella Tartaria e altrove. Abbiate fede.10
In this last command to Cagliero, and obviously to those Salesian missionaries he represents in the future, their loyal and effective service to the Pope and to the church depends on their the strength of their faith: Abbiate fede. “Have Faith.”… can be construed to mean having confidence in the prophetic word of the founder, don Bosco or to have a more evangelical faith in God to be the condition for the fidelity of the Salesian missionaries.
Lastly, in terms of seeking the blessing and help of Our Lady, help of Christians, it was recorded that tokens of request by way of monetary offerings came from all over the world seeking the heavenly intercession of Our Lady through don Bosco and his sons. One of these requests for cures and conversion was from Tataria.

Prima l'Italia, poi la Francia versarono somme enormi per aiutarci, ma poi furono stanche di dare elemosine avendo subiti grandissimi disastri finanziarii. D. Bosco stesso aveva cessato di rivolgersi per grosse somme ai ricchi Italiani sicchè alcuni gli scrissero, persino lamentandosi di essere dimenticati da lui e dichiarandosi sempre pronti a soccorrerlo come aveano fatto per il passato. Ma dal punto che erano diminuitigli aiuti di queste nazioni ecco prendere il loro posto Prussia, Russia, Polonia senza che Don Bosco facesse nulla e in nulla si adoperasse per chiedere la loro cooperazione. Incominciò nel 1884 un parroco dal fondo della Russia a mandare 1000 lire, per aver invocata Maria Ausiliatrice ed averne ottenuta una grazia singolare. Da quel momento i rubli furono il sostegno dell'Oratorio a centinaia e centinaia, tutte le settimane, mentre non mancavano marchi, dollari, fiorini, lire sterline. La Madonna stessa manifestava la sua potenza, la nostra esistenza, e le nostre necessità. La fama di Maria SS. Ausiliatrice, di D. Bosco, del Santuario di Torino penetrava negli angoli più rimoti della terra. Nel 1883 giungeva una lettera dall'Asia minore colla quale una musulmana di religione chiedeva preghiere per suo marito infermo, e nel 1886 dai confini della Tartaria una povera idolatra mandava la sua offerta chiedendo in lingua russa la sua conversione e quella della sua famiglia...”.11
In brief, it can safely be said that don Bosco, when referring to Tartarus or Tartaria, was surely manifesting his zeal for souls: preventing them from falling into purgatory's tartaro or underscoring the intrinsic human value for conversions to God through a devotion to the heavenly Madonna even if these souls be as far as Tartaria.


1Giovanni BOSCO, La storia d'Italia raccontata alla gioventù da' suoi primi abitatori sino ai nostri giorni, Torino, Tipografia Paravia E Compagnia, 1855, 165 [OE VII,165].
2“Gran Tartaria, vasto paese all'estremità orientale della Russia.” in BOSCO, La storia d'Italia, 534 [OE VII,534].
3“Ponto Eusino, o Mar Pontico, Mar Nero, che bagna la Tartaria, la Circassia, la Georgia, la Natolia, e la Turchia Europea.” in BOSCO, La storia d'Italia, 537 [OE VII,537].
4“Unni, popoli barbari chiamati dai cinesi Hinungun che significa schiavi. I latini per corruzione dissero Ilunni: parte di loro passo nella China, l'altra dalla Tartaria invasero l'impero romano e vennero ad infestare l'Italia guidati da Attila.” in Giovanni BOSCO, Storia ecclesiastica ad uso della gioventù utile ad ogni grado di persone, 4°Ed. Torino, Tip. Dell'oratorio Di S. Franc. Di Sales, 1871, 452 [OE XXIV,452].
5Giovanni Bosco, Due conferenze tra due ministri protestanti ed un prete cattolico intorno al purgatorio e intorno ai suffragi dei defunti, Torino, Tip. Di G. B. Paravia E Comp., 1857, 85 [OE IX,121]; Moreover in further texts he writes “Le parole tartaro, inferno, bocca del leone, luogo oscuro significano un luogo inferiore dove sono trattenuti tanto i reprobi, quanto le anime dei giusti che scontano le loro colpe. Se voi consultate i santi padri, i buoni dizionarii, gli scrittori sacri e profani, le parole suddette vengono a significare luogo sotterraneo, luogo oscuro, luogo di tormenti e di privazione. In ciò i protestanti vanno d'accordo coi cattolici recitando il simbolo degli Apostoli che Gesù discese all'inferno, descendit ad inferos, per significare il limbo ovvero un luogo sotterraneo”; Moreover he uses the term Tartarus in the same opus, Ibid., 86 [OE IX, 122]: “Quando poi la Chiesa cattolica invoca Iddio a favore di quelle anime, ne cadant in obscurum, ne absorbeat eas tartarus et liberentur de ore leonis, intende di supplicare la divina misericordia che si degni di liberarle dal carcere tenebroso del purgatorio e riceverle fra gli splendori immortali della gloria celeste. Quanto mi dite può andar bene fino ad un certo punto; ma quel dire: liberate, o Signore, quelle anime dalla morte eterna. Mi pare che i cattolici pretendano cavar le anime fuori dall' Inferno, cose che niuno certamente vorrebbe ammettere, e che perciò dimostrano quanto mai sia assurda la liturgia cattolica nelle preghiere pei defunti.” cf. Ibid., 85 [OE IX,121]. And in another publication of his, don Bosco reprints the work of the Archbishop of Westminster which also speaks of Tartaro as referring to purgatory's fire. Giovanni BOSCO, ed., La Perla Nascosta Di S. E. Il Cardinale Wiseman, Torino, Tip. Dell'orat. Di S. Franc. Di Sales, 1866, 32 [OE XVII,56].
6Giovanni BOSCO, Il giovane provveduto per la pratica de' suoi doveri negli esercizi di cristiana pietà per la recita dell' uffizio della b. vergine dei vespri di tutto l'anno e dell'uffizio dei morti, 101 ed., Torino, Tipografia E Libreria Salesiana, 1885, 384 [512]. “Domine Iesu Christe, Rex gloriae, libera animas omnium fidelium defunctorum de poenis inferni, et de profundo lacu: libera eas de ore leonis, ne absorbeat eas tartarus, ne cadant in obscurum: sed signifer Sanctus Michaël repraesentet eas in lucem sanctam: Quam olim Abrahae promisisti et semini eius.”
7Giovanni Battista LEMOYNE, Memorie biografiche di don Giovanni Bosco, vol. I, [n.p.], 1898, 108.
8“La popolazione della Crimea monta appena a dugento mila abitanti, quasi tutti tartari, i quali seguono la religione di Maometto.” Giovanni Battista LEMOYNE, Memorie biografiche di don Giovanni Bosco, vol. V, [n.p.], 1905, 292.
9Giovanni Battista LEMOYNE, Memorie biografiche di don Giovanni Bosco, Vol.18, [n.p.], 1937, 75.
10 LEMOYNE, Memorie biografiche di don Giovanni Bosco, Vol.18, [n.p.], 1937, 490.

11This note was taken from the endnote number 22 that comments on the graces sought from the heavenly mother in page 94 of the Memorie Biografiche, vol. 10, [n.p.], 1939.   

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